Banconote in euro

Con l’inflazione aumenta tutto tranne gli stipendi. Secondo i dati Istat nel 2023 l’inflazione è aumentata ad una velocità quasi doppia rispetto agli stipendi. Nella media del 2023, l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto del 3,1% rispetto all’anno precedente a fronte di un aumento dei prezzi al consumo del 5,7% rispetto all’8,1% del 2022. 

Prezzi al consumo

La flessione dell’inflazione è da attribuirsi ai prezzi dei beni energetici regolamentati, dei servizi ricreativi, culturali, quelli della cura della persona e degli alimenti trasformati. Aumentano però i prezzi dei servizi per i trasporti, dei beni alimentari non lavorati e dei beni non durevoli. I prezzi del comparto alimentare subiscono una crescita annua passando al 9,8% nel 2023 rispetto all’8,8% del 2022. L’impatto dell’inflazione nel 2023 colpisce soprattutto le famiglie con minore capacità di spesa. 

Contratti di lavoro

Mentre i prezzi salgono, gli stipendi restano fermi. I contratti collettivi non vengono rinnovati oppure si devono attendere tempi lunghissimi per il rinnovo. Il tempo medio di attesa è aumentato passando dai 20,5 mesi di gennaio 2023 ai 32,2 mesi di dicembre 2023.

Nella media del 2023, l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto del 3,1% rispetto all’anno precedente, in particolare, l’aumento tendenziale ha raggiunto il 4,5% per i dipendenti dell’industria, il 2,4% per quelli dei servizi privati e il 22,2% per la pubblica amministrazione.

Per maggiori dettagli vai al sito Istat: 

https://www.istat.it/it/archivio/293486

https://www.istat.it/it/archivio/293136

Ufficio Stampa ACP - 08 marzo 2024