Inquinamento plastica

Le microplastiche, piccolissimi frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri (alcuni 150 volte più piccoli di un capello umano), sono ormai entrate nella catena alimentare. Da anni ci si interroga sui possibili danni nell’assunzione da parte dell’uomo e sui possibili effetti tossici che possono produrre sia direttamente le microparticelle sia le sostanze chimiche assorbite da quest’ultime.

Come arrivano all’uomo

Quando finiscono nell’ecosistema marino, le microplastiche iniziano ad assorbire sostanze inquinanti e tossiche presenti nell’ambiente, come ad esempio i PCB (policlorobifenili), e vengono ingerite dagli organismi che le scambiano per cibo. Gli inquinanti si accumulano nei loro tessuti in concentrazioni sempre crescenti via via che si risale la catena alimentare (bioaccumulo o biomagnificazioni) fino a raggiungere l’uomo. Un danno dunque per la nostra salute come dimostra il recente studio pubblicato su Trends in Analytical Chemistry dai ricercatori dell’Agenzia scientifica nazionale australiana (Csiro) che hanno analizzato la letteratura accademica disponibile sulle microplastiche dal punto di vista della sicurezza alimentare, basandosi sugli studi che hanno principalmente monitorato la plastica nei pesci. 

Lo studio

Dalla ricerca è emerso che ormai le microplastiche non sono presenti solo nel pesce ma anche in molti altri alimenti che consumiamo regolarmente come la carne, il pollo, il riso, l’acqua, la frutta e la verdura. La plastica entra nella catena alimentare attraverso i processi di trasformazione degli alimenti e l’imballaggio di questi ultimi.

I sistemi agricoli sono sempre più colpiti dall’inquinamento da micro e nanoplastiche mettendo così a rischio la sicurezza alimentare. Questi contaminanti entrano nel sistema agricolo anche attraverso i fertilizzanti usati per il trattamento delle acque reflue che possono contenere particelle di plastica come quelle provenienti dalle microfibre, le microplastiche che si liberano dal lavaggio dei tessuti, che si accumulano nel suolo influendo quindi sulla produzione agricola. 

Danni per la salute umana

I microframmenti arrivano agli esseri umani risalendo la catena alimentare. Al momento non ci sono studi definitivi che dimostrino con certezza quali siano i rischi per la salute umana, ma probabilmente le sostanze chimiche presenti nelle diverse materie plastiche, come i composti organici persistenti (POPs), che sono associate alle microparticelle, sono dannose per il nostro organismo. Nei pesci e nei molluschi queste particelle attaccano fegato ed intestino. Da alcune ricerche sembra che alcune possano interferire con il sistema endocrino e che altre siano tossiche per il sistema immunitario. Le microplastiche rappresentano dunque un rischio anche per la salute dell’uomo.

Per maggiori informazioni https://www.csiro.au/news/All/News/2023/May/Plastic-pervasive-in-food-supply-new-study

Ufficio Stampa ACP - 22 giugno 2023