"Un giorno qualcuno dovrà definitivamente stabilire la completa inutilità di Codacons e affini. Al Mise avevo tagliato la maggior parte dei finanziamenti a queste fabbriche di polemiche inutili. Chissà se Di Maio li ha ripristinati".

Questo il tweet di Calenda del 10 febbraio 2019, in polemica con un'iniziativa del Codacons sul Festival di Sanremo.

Riportiamo il commento del Presidente di Associazione Consumatori Piemonte, Gavino Sanna:

“Il cittadino Carlo Calenda è libero di pensare che una o persino tutte le iniziative del Codacons siano inutili ma dovrebbe sapere che le associazioni riconosciute dal Ministero dello Sviluppo Economico sono venti, sparare nel mucchio in modo generico è solo superficiale e misera demagogia.

Il Codacons agisce da sempre puntando anche su iniziative di impatto mediatico collegate con grandi eventi del mondo dello spettacolo, è un modello che può piacere o non piacere ma non è certamente rappresentativo dell’intero movimento consumerista, ne è solo la manifestazione più visibile mediaticamente. Nel caso in questione, peraltro, il Codacons solleva un problema sostanziale che ci sentiamo di condividere.

Le dichiarazioni di Calenda assumono una pesante valenza diffamatoria nei confronti dell’intero settore della tutela dei consumatori, aggravata dal fatto di aver ricoperto nel recente passato l’incarico di Ministro dello Sviluppo Economico e quindi, in teoria, avere una conoscenza diretta di tutte le associazioni.

Vantarsi oggi di aver “tagliato la maggior parte dei finanziamenti a queste fabbriche di polemiche inutili" dimostra la totale incapacità dell'ex ministro nell’occuparsi di un settore che era di sua competenza. A causa del personale pregiudizio nei confronti di iniziative di singole associazioni, Calenda ammette di aver agito da ministro con finalità punitive nei confronti di tutto il movimento consumerista.

Le associazioni di consumatori non sono certo esenti da difetti, un serio dibattito sul loro ruolo e sulle modalità di funzionamento e finanziamento sarebbe opportuno. A loro scusante va certamente il fatto di aver dovuto sottostare a pessimi ministri come Calenda”.